lunedì 1 febbraio 2016

Non hai voglia di studiare? Come puoi trovarla in 5 mosse!



Trovare la voglia di studiare non sempre è facile, ma con le giuste strategie potrai finalmente mettere a frutto le tue ore di studio.
“Voglia di studiare saltami addosso, ma domani perché oggi non posso.”
Tu.

Ogni tanto mi diletto con la lettura a freddo: ti va di fare un esperimento insieme? Vediamo se riesco a leggerti la mente ;-)
Dunque… sono giorni che dovresti iniziare a studiare seriamente per gli esami universitari della tua prossima sessione, eppure stai lì agingillarti. Continui a prometterti che da “domani” diventerai uno studente modello, studierai millemila ore e completerai uno zilione di pagine di quel maledetto tomo. Peccato che questo fantomatico “domani” è da 2 settimane che non ne vuole sapere di arrivare! Insomma, per quanto tu possa continuare ad illuderti sul “domani“, la verità è che appena apri quei maledetti libri la tuavoglia di studiare svanisce come neve al sole… Beh, come sono andato? Fuochino?! :-)
Qualche mese fa ti ho parlato delle 3 paroline magiche che devi utilizzare quando sei demotivato. Nel post di oggi voglio invece parlarti di 5 strategie pensate specificatamente per farti ritrovare la voglia di studiare; ma prima di vederle, dobbiamo capire come mai la motivazione per lo studio ci abbandona sempre nel momento del bisogno…
Perché non hai voglia di studiare
Gli universitari sono i soggetti di studio preferiti dagli psicologi: molto probabilmente perché gli studiosi sono pigri ed esistono migliaia di “cavie” a due passi dai laboratori universitari. Fatto sta che sono state condotte decine di studi legati alla scarsa motivazione e alla procrastinazione nello studio. Molti di questi studi sono giunti alle stesse conclusioni; se non hai voglia di studiare è perché:
La media dei tuoi ultimi esami somiglia in modo impressionante a delle temperature primaverili (18, 20, 19, 21, non pervenuto).Ti sono rimasti indietro così tanti esami universitari che hai deciso di aprire un mercatino dell’usato per le matricole: “ESAMI!!! Vendo esami d’annata: Anatomia, anno accademico ’98-’99, come nuovo!“Nella partita a poker che stai giocando con la vita hai avuto alcune mani sfortunate che hanno distolto la tua attenzione dall’Università (un incidente, un lutto, etc.).Hai capito che vuoi diventare un domatore di tigri, o perlomeno hai obiettivi a breve termine che hanno reso il tuo percorso di studi irrilevante.Stai preparando esami difficili ed il fatto che il prof. delle superiori ti lasciasse leggere la Gazzetta dello Sport durante le lezioni, non si sta dimostrando di grande aiuto.Sei un cazzaro.
A parte l’ultima motivazione, le altre 5 cause sono state individuate attraverso vere e proprie indagini scientifiche; beh sì, forse gli studiosi di Harvard le hanno presentate in modo un tantino differente: sta a guarda’ il capello :-D
Ma perché ti ho parlato delle cause? A te interessano le soluzioni, giusto?
Se in questo momento sei preso da problemi più gravi dell’esame di Analisi I (causa 3) o hai realizzato che per fare il domatore di tigri, non serve necessariamente una laurea in veterinaria (causa 4), non c’è tecnica o strategia che possa farti ritrovare la voglia di studiare. Per tutti gli altri casi, le strategie che vedremo sono estremamente efficaci (soprattutto se sei un cazzaro). Pronto? Iniziamo dalla prima.
1. Think different (pensa differente)
Posso confidarti un segreto? Questi studiosi pomposi, con i loro dottorati e le loro ricerche asettiche in laboratorio, secondo me hanno cannato di brutto. La vera causa #1 della demotivazione studentesca sono le seghe mentaliAhhh, l’ho detto!
Secondo la dottoressa Sharon Melnick, autrice di Success Under Stress, ogni giorno abbiamo circa 60.000 pensieri a livello conscio. Se ti sei appena chiesto: “che diamine è un pensiero a livello conscio?!” Ecco ne hai appena avuto uno. Il punto è che  ognuno di questi pensieri può avvicinarti o allontanarti dai tuoi obiettivi.
Il 99,9% dei pensieri di uno studente demotivato che deve preparare un esame universitario, sono seghe mentali: “non ce la posso fare“, “è troppo difficile“, “non ci capisco niente“, “ho troppo poco tempo“, “forse dovrei rimandare alla prossima sessione“, “voglio tornare alle superiori, gnégnégné gnégnégné“, devo andare avanti?
La regola #1 per ritrovare la voglia di studiare è pensare differente. Devi sostituire in modo consapevole quelle 59.999 seghe mentali che hai al giorno, con pensieri efficaci: “posso farcela“, “ho già superato in passato altri esami“, “sto migliorando ogni giorno“, “Andrea di EfficaceMente è un genio!“. Ok, l’ultimo pensiero potrebbe essere un tentativo di innesto di idea stile Inception, ma direi che hai colto il messaggio.
“Siamo ciò che pensiamo. La nostra vita è il prodotto dei nostri pensieri.”
Buddha.

2. Studia per le giuste ragioni
Stai leggendo questo articolo perché vuoi la spinta necessaria per superare i tuoi esami, giusto? Sbagliato! Se la tua motivazione allo studio si basa esclusivamente sul desiderio di “superare esami” o magari, ancora peggio, sulla volontà di fare contenti i tuoi genitori, non avrai mai sufficiente “benzina” per affrontare EfficaceMente il tuo percorso universitario.
Per ritrovare la voglia di studiare devi scavare più a fondo.
Smettila di studiare per gli esami ed il voto finale: sono solo artifici creati per testare il tuo livello di preparazione. Studia per il sincero desiderio di apprendere nuove conoscenze e per una sana voglia di dimostrarti il migliore nel tuo campo. Riscopri i tuoi sogni d’infanzia: magari oggi vedi l’esame di Diritto Privato come un ostacolo invalicabile, ma quando eri più piccolino sognavi di diventare il Perry Mason de noartri. Detto tra noi, a me frega poco meno di niente del tuo sogno d’infanzia, ma a te dovrebbe interessare molto invece e questo è il momento giusto per rispolverarlo. Non studiare per il voto, studia per quel sogno, studia per te stesso.
3. Adotta la strategia “giardino Zen”
 

Sono sempre rimasto affascinato dai giardini Zen. La loro semplicità mi trasmette un senso di quiete e benessere. In un giardino Zen nessun elemento è di troppo: ogni singolo aspetto dell’ambiente è curato nei minimi dettagli, affinché l’osservatore possa immergersi nella contemplazione senza distrazioni.
L’ambiente in cui studi può influenzare molto il tuo grado di motivazione. Il computer accesso sulla pagina di Facebook, lo smartphone che continua a notificarti i messaggi di WhatsApp, la tv che parla in continuazione: tutti questi elementi inficiano la tua concentrazione, rendendo inefficaci efrustranti le tue sessioni di studio.
Quando inizi a studiare crea intorno a te il tuo personale giardino Zen: chiudi il computer (a meno che non sia indispensabile per lo studio), silenzia lo smartphone, spegni la TV. Di fatto, il giardino Zen è un’ottima applicazione di quella strategia del vuoto di cui ti ho parlato qualche post fa. Nel tuo ambiente di studio deve vigere una semplice regola: o studi, o non fai una beneamata cippa fritta, niente, nisba… vuoto assoluto. 0 distrazioni, 100% concentrazione.
4. Fai un programma di studio (ed aggiungi il 34% di ore in più)
Spesso non abbiamo voglia di studiare perché siamo letteralmente sopraffatti dalla mole di materiale da preparare. Non sappiamo da dove iniziare e quindi… non iniziamo! Il mio consiglio è di affrontare ogni singolo esame partendo da un bel programma di studio.
Come si definisce un programma di studio efficace lo abbiamo già visto parlando di backward planning, quello che non ti ho mai detto è che un programma di studio può essere un’arma a doppio taglio: se fai un programma che prevede più ore di studio del necessario, ti ritrovi a perdere tempo inutilmente; al contrario se fai un programma troppo “compresso”, rischi di non rispettarlo, generando inutili ansie e frustrazioni. Che fare dunque per migliorare le tue capacità di pianificazione?
Questa settimana datti degli obiettivi di studio giornalieri, ad esempio: “studio 3 capitoli in 5 ore“. Poi misura il tempo che impieghi effettivamente a studiare quei capitoli. Infine dividi il tempo impiegato con quello inizialmente preventivato: il numero che otterrai è il tuo personalissimo “errore di pianificazione“.
Quando ero studente ho applicato questo semplice stratagemma e ho scoperto che su 100 ore di studio pianificate, quelle realmente impiegate per completare il materiale erano mediamente 134 ore: il 34% di ore in più. Scoprire il mio errore di pianificazione mi ha aiutato a realizzare programmi di studio migliori, ma soprattutto programmi di studio che riuscivo a rispettare.
5. Utilizza la regola dei 12 pomodori
Ok, le cagatone psico-motivazionali-programmatorie le abbiamo viste: adesso è arrivato il momento di studiare sul serio.
Immagina di aver acquisito l’atteggiamento mentale giusto, di aver ritrovato le tue motivazioni più profonde, di esserti immerso nell’ambiente ideale e di aver fissato dei target di studio giornalieri ben precisi: e adesso?! E adesso si studia… un “pomodoro” alla volta.
Naturalmente sto facendo riferimento allatecnica del pomodoro: suddividi le tue sessioni in intervalli di 25 minuti di studio e 5 minuti di pausa. Perché proprio 25? Perché la nostra concentrazione tende inevitabilmente a deteriorarsi dopo 25-30 minuti. Ogni 4 pomodori prenditi una pausa più lunga (10-20 minuti). Poniti un obiettivo di studio giornaliero di 12 pomodori, corrispondenti a circa 6 ore. That’s it. Finiti i tuoi pomodori, stacca completamente: fatti una corsetta, vai in palestra, pratica un hobby; quello che preferisci, l’importante è che lasci al tuo cervello il tempo di far sedimentare quanto hai appreso durante la giornata.
Conclusioni
Mi auguro che applicando queste strategie tu possa davvero ritrovare la voglia di studiare. Se sono riuscito ad accendere anche solo una piccola scintilla, smettila di cazzeggiare e affronta quei tomi universitari a testa bassa. Se poi la voglia ti è tornata, ma è il metodo di studio a mancarti, che ne dici di imparare come preparare il doppio degli esami in metà del tempo? Clicca qui.
#efficacemente.it

sabato 9 gennaio 2016

Come Vincere la Pigrizia e Ritrovare la Motivazione.

"Se Quando ti Svegli alla Mattina non Riesci a Pensare ad Altro che Dormire, ti senti Pigro e Demotivato, ti Conviene Leggere Qui..."

La pigrizia è il rifiuto dell'Azione, la mancanza di entusiasmo per la vita che stai vivendo. Come ogni tratto caratteristico della personalità, la pigrizia ha una radice nell'inconscio, ossia è un atteggiamento che genera comportamenti in modo automatico, che sono difficili da gestire.

Alcuni studi rivelano che i pigri hanno principalmente tre modi di giustificare la loro assenza di intraprendenza, infatti per loro l'azione può essere rischiosainutile oimmorale.

A lungo andare, questa passività, può provocare vari disagi come sovrappeso, ansia, ipocondria, insonnia, perdita di desiderio sessuale, perdita di relazioni sociali, incapacità progettuale.

Hai intenzione di sentirti in questo modo o vuoi trovare la giusta carica ogni giorno?

Se vuoi evitare che la pigrizia ti faccia vivere ben al di sotto delle tue potenzialità devi riprogrammare il tuo inconscio in modo da prendere in mano la situazione.

Le cause profonde del tuo modo di comportarti possono essere:

- eccessiva comodità
- eccessivo lavoro
- bassa autostima 

Guarda dentro te stesso e scopri qual'è la vera causa che diminuisce la tua motivazione inconscia di agire

 

 

Da ragazzo, fino a pochi anni fa, la gente, soprattutto i miei genitori mi dicevano che ero pigro. Mio papà in particolare mi descriveva come un ragazzo "molle".

Quando dovevo fare dei lavori li facevo da svogliato, senza impegno, con malavoglia e senza entusiasmo. Alla mattina era un incubo. Facevo di tutto per prolungare il sonno arrivando al limite di avere solo il tempo materiale di vestirmi e correre per andare a lezione. Arrivando comunque in ritardo...

 

Ad un certo punto mi sono detto che così non poteva continuare.

 

Volevo capire esattamente la causa di questo mio stato di passività generale, per poi capire come vincere la mia pigrizia e diventare più attivo.

Dopo aver riflettuto molto e letto alcuni libri mi resi conto di una cosa che mi fece cambiare letteralmente modo di vedere le cose. E questa cosa era che...

Mi ero Fatto Trascinare nelle Scelte, nelle Cose da Fare, Non davo il mio Parere e Seguivo solo gli Altri

 

Quello che avevo capito è che facevo una vita da passivo, assecondando le scelte degli altri, facendomi sempre andar bene tutto, facendo quello che era meglio per gli altri, senza fare scelte per me stesso.

La conseguenza di questa passività di scelte è la pigrizia, la passività di azione.

Più avanti scoprii anche che la pigrizia o la "mollezza" sono date dalla mancanza di Motivazione. Infatti quando si è pigri, non lo si è per tutto. Ci sono cose che ci motivano e cose che non ci interessano e quindi non siamo portati a fare.

Fondamentalmente quando sei pigro è perché pensi (consciamente o inconsciamente) che la cosa che stai facendo non ti porterà alcun beneficio o non soddisferà alcun tuo bisogno.

Ma che cos'è la Motivazione?

Quella forza in grado di farti alzare dal letto alla mattina o di farti rimanere incollato facendoti sentire pesante come un macigno? Da Cosa Esattamente Siamo Spinti all'Azione?

Il termine Motivo deriva da muovere, ciò che ci spinge, che suscita a fare, un impulso.Motivazione significa quindi lo stimolo che porta all'azione.

La motivazione può essere consapevole o inconsapevole, ovvero creata da processi interni alla tua mente inconscia. Molto spesso le persone non sanno da cosa sono spinte a compiere certe azioni, a creare certe abitudini perché sono azioni che rispondono a delle motivazioni inconsce, che solo un bravo psicologo è in grado di capire, come per esempio dei desideri repressi o un disagio emotivo.

Ci sono diverse teorie che cercano di spiegare da quali fattori siamo spinti ad agire.

La scala dei Bisogni di Maslow, pubblicata nel libro Motivation and Personality del 1954, è la suddivisione in 5 livelli di bisogni inconsci dell'uomo, il quale si realizza passando gradualmente attraverso ciascuno di essi:

1. Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.)

2. Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione

3. Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione)

4. Bisogni di stima, di prestigio, di successo

5. Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).

Queste necessità fanno parte della natura dell'uomo e sono una sua caratteristica intrinseca. I bisogni fanno parte dell'inconscio dell'uomo e sono quelli che danno la spinta all'azione. Dietro ogni singola azione umana esiste una motivazione e la scala di Maslow è un buon modello per descrivere gran parte di esse.

Quindi la Motivazione secondo Maslow è Causata da uno o più Bisogni Inconsci.

 

Altro modello interessante è quello di Victor Vroom del 1964 che mette in evidenza come le persone agiscono nel momento in cui hanno ragione di credere che le loro azioni porteranno al raggiungimento degli obiettivi desiderati.

Questa frase contiene un presupposto fondamentale, che quando l'ho veramente capito, mi ha cambiato profondamente il modo di vedere le cose:

 

Per avere Motivazione ci Vuole un Risultato da Ottenere.

 

Un obbiettivo da raggiungere, un desiderio da realizzare, un bisogno da soddisfare, chiamalo come vuoi.

"Le persone non sono pigre, hanno semplicemente obiettivi poco stimolanti"

dice Antony Robbins. La pigrizia non esiste, è solo mancanza di motivazione, di stimolo.

Infatti non si può dire a una persona di metterci più grinta nel fare le cose se non gli si da uno stimolo in più. Anzi, dicendo a qualcuno che è pigro, svogliato, lento o molle non si fa altro che fargli credere di esserlo veramente, rafforzando in lui l'idea di essere pigro, creando una certa idea di se, una credenza. Tu sei ciò che pensi e credi di essere. Questo per il meccanismo delle suggestioni inconsce.

Anthony Robbins, il più famoso "motivatore" americano, che tra i vari ruoli è stato consigliere di Clinton e coach del grande tennista Andrè Agassi, spiega come ogni nostra azione è compiuta per andare verso il piacere o per allontanarci dal dolore (concetto espresso per la prima volta in termini psicologici da Freud).

Quando ti capita di rimandare una cosa da fare, ad esempio una telefonata importante, lo fai perché ti provoca "dolore", perché tu hai associato inconsciamente dolore ad essa, ad esempio potresti aver associato uno stato emotivo di ansia, e quindi procrastinando (rimandando) eviti il dolore.

 

 

Pensa a Come ti Sentiresti se Riuscissi Finalmente a Agire come desideri, a Portare a Termine i tuoi Obbiettivi

 

Le cose a cui colleghi piacere e dolore indirizzano le tue azioni, motivandoti ad agire verso il piacere e via dal dolore. 

Il trucco è associare piacere, ossia trovare dei vantaggi per te, con quello che devi fare.

 

Pensa per esempio a qualsiasi cosa che non hai mai voglia di fare ma che per qualche motivo esterno devi fare e concentrati sui vantaggi che essa ti porterà, o sulle cose negative che ti farà evitare. Vedrai che cambierai totalmente il tuo punto di vista su qualsiasi situazione!

Bene, ora hai capito che sei motivato quando hai una meta da raggiungere e associ piacere ad essa.

Ma che cos'è che lega tutti i modi interpretare la motivazione ad agire?

L'Emozione. Deriva da emovere, smuovere e aggiunge forza alla parola azione alla quale è unita.

Perché smettere di fumare? Perché iniziare a dimagrire? Perché Decidere di Cambiare un Aspetto della Propria Vita?

Per agire devi raggiungere quella che viene chiamata soglia emotiva, ovvero un'emozione, negativa o positiva, così grande da spingerti ad agire.

Quindi la voglia di fare nasce quando c'è un obbiettivo che genera un'emozioneabbastanza grande.

 

 

Per approfondire qualsiasi

argomento ti consiglio gli ebook

della Bruno Editore

 

Tu puoi Condizionare il tuo Inconscio, oppure la tua Mente Controllerà te, Facendoti Sentire Pigro e Demotivato.

 

Il miglior modo è l'abitudine di tenere attiva la mente con unameta ben precisa ed unprogramma d'azione altrettanto preciso.

Se studiassi la vita degli uomini che hanno ottenuto il successo, troveresti che questi hanno indirizzato la loro mente inconscia verso il raggiungimento di precisi Obiettivi.

Quindi la chiave per avere una buona motivazione all'azione, evitare la pigrizia e la svogliatezza, è quella di avere un desiderioche ti appassiona, che ti da l'energia necessaria ad agire, che ti fa associare piacere alle tue azioni anche se sono apparentemente noiose.

Qualsiasi cosa tu voglia raggiungere, devi "averla bene in mente", prima di trasformarla in realtà. In questo modo creerai un immagine solida nella tua mente e il tuo inconscio farà il possibile per aiutarti a raggiungerla.

Presta attenzione però... Ho detto aiutarti a raggiungerla. Significa che canalizzerà le tue energie nella direzione giusta, ma poi starà a te cogliere i momenti giusti per agire e costruire il tuo nuovo futuro. Così è accaduto per tutte le più grandi menti della storia e accade tutt'ora per ogni azione dell'essere umano.

(fonte)

mercoledì 30 dicembre 2015

Come riprendere gli studi universitari.

1. La scelta di seguire un corso di studi universitario può avere origini diverse. Le motivazioni che ci portano a prendere questa decisione possono essere varie: aspettativa sociale, pressione dei genitori o degli amici, scelta personale. Queste motivazioni coesistono e sono proprio quelle che andranno ad influenzare tutto il nostro percorso di studi. Per motivi che possono essere differenti, le motivazioni e l'entusiasmo iniziali possono, però, venir meno. Si sperimentano bocciature consecutive e, di fronte alla delusione, la forza di volontà si indebolisce. Così, dopo molti soldi spesi per libri e trasporti, e con grande dispiacere dei genitori, si sceglie di mollare tutto. Da una situazione di questo tipo potrebbe essere difficile ricominciare. Ecco alcune dritte su come superare questa fase di crisi e riprendere gli studi universitari. 

ANALIZZATE LE RAGIONI CHE VI HANNO SPINTO AD ISCRIVERVI
La cosa più importante da fare per riuscire a riprendere gli studi è focalizzarsi sui motivi che vi hanno spinto ad iscrivervi. Anche se le motivazioni che all'inizio vi hanno condotto a questa scelta fossero di origini esterne, come la volontà dei genitori o altro, la cosa non ha importanza, molto probabilmente un pizzico di aiuto era necessario per vincere l'incertezza iniziale. Ripartire da lì, dalla passione per il corso di studi che stavate seguendo è soltanto la miccia da riaccendere per poter ricominciare la corsa verso il vostro obiettivo.  

NON PENSATE AI MOTIVI CHE VI HANNO CONDOTTO ALL'ABBANDONO
Passato il momento di debolezza, è tempo di ripartire. È fondamentale non focalizzarsi sul fallimento sperimentato ma bisogna porre, al contrario, come "mattone iniziale" del "nuovo edificio" tutte le motivazioni positive che si avevano prima di iscriversi. Mettere per iscritto su un foglio i perché di questa scelta e appendere questo promemoria in un punto visibile in modo tale da poterlo leggere frequentemente, potrebbe rendere questo processo più facile. Allo stesso modo, scrivere la professione che si vorrebbe fare dopo la laurea può aiutare: rappresenta il traguardo finale, l'obiettivo da raggiungere e da non perdere mai di vista. In fin dei conti, non c'è motivazione più grande di quella di voler seguire un proprio sogno. Ecco quindi che iscriversi di nuovo, riprendere da dove si era rimasti ha adesso tutta un'altra valenza. 

ORGANIZZATE CON CURA IL VOSTRO STUDIO
Una volta iscritti, presi dal nuovo entusiasmo potreste trovarvi a studiare molte ore consecutive nelle prime settimane.  In realtà, la chiave per il successo è una sapiente organizzazione. Gestire
bene il proprio studio è fondamentale.  A tal riguardo, può essere utile riprendere gradualmente, come uno sportivo che torna ad allenarsi dopo un lungo infortunio.  Stabilite un obiettivo giornaliero.  Non caricatevi troppo di studio, ma allo stesso tempo, non tralasciate mai di fare quelle pagine che vi eravate prefissati di fare.  Cercate di portare a termine ogni giorno il programma prestabilito e vedrete che, già alla fine del mese, i primi importanti risultati arriveranno. 

2. Istruirsi non è solo più uno step che riguarda i bambini o i ragazzi. Oggi molti adulti decidono di continuare o ricominciare a formarsi anche in età più avanzata. Esistono molte possibilità e l'offerta formativa negli anni ha aperto percorsi didattici per tutti i gusti. Se avete deciso di riapprocciarvi all'affascinante mondo del sapere ecco alcuni consigli su come riprendere gli studi da adulto

L'ambiente in cui si studia è molto importante per la concentrazione. È fondamentale non avere distrazioni come ad esempio lo smartphone acceso che suona costantemente o la pagina di Facebook in continuo aggiornamento. La stanza deve essere luminosa e ordinata per creare un clima rilassante, un buon consiglio può essere appendere un quadro con un paesaggio naturale e osservarlo nei momenti di pausa, vi aiuterà a riprendere con più carica. Più studierai in un ambiente predisposto e maggiore sarà la resa. 

Anche se può sembrare in antitesi con il vostro pensiero è fondamentale non partire con troppa foga nella studio e sobbarcarsi subito una grossa mole di lavoro. Pianificate e organizzatevi il lavoro in modo che il carico sia ben distribuito giorno dopo giorno, senza carichi troppo pesanti che possono diventare controproducenti. Diluite bene le vostre forze e energie in base all'effettivo tempo che avete senza intasare la vostra mente di nozioni in un tempo troppo breve, il rischio è quello di apprendere meno di quanto studiato. 

Creati un programma di studio personalizzato, se credi di avere bisogno di un' ora per studiare 50 pagine fai che il tuo piano rispetti queste tempistiche, un consiglio può essere quello di cronometrare l'effettivo tempo impiegato per svolgere un determinato carico di studio.  L'organizzazione dello studio, se rispettata, è il primo passo da fare prima di "tuffarsi" nei libri ed è quella che consente di far coesistere tutte le vostre attività all'infuori dello studio. 

Dopo anni di inattività i pensieri quando ti accingerai a riprendere in mano i libri saranno probabilmente negativi. Penserete che non avrete abbastanza tempo da dedicare e che non avete più le capacità e la predisposizione di una volta. Ogni volta che un pensiero del genere vi assale scacciatelo via pensando nella direzione opposta e convincetevi che siete persone intelligenti e potete farcela. Un approccio positivo verso la materia in cui vi approviate è importantissimo per trovare le giuste motivazioni per rendere al meglio. 

3. Molte volte capita di interrompere gli studi, ad esempio dopo il diploma, spinti dalla voglia di lavorare ed essere indipendenti, per poi decidere dopo tanti anni di riprendere. Quando il cervello non è più abituato a studiare può apparire arduo riabituarlo, ecco quindi alcuni consigli per riprendere a studiare dopo tanti anni senza incontrare grandi difficoltà

Essere motivati. Ovviamente, il primo consiglio che vi do è di riprendere gli studi se siete veramente motivati, in quanto studiare è faticoso già di per sé, se non si è spinti da un reale interesse per gli argomenti che si affrontano sarà necessario il doppio della fatica. Al contrario, con la determinazione si affronta molto più facilmente un nuovo percorso di studi.     

Fare scelte oculate. Come ho appena detto, studiare non è una passeggiata, perciò sarebbe auspicabile che la fatica che si spende per farlo sia ben ripagata. Per questo motivo, invito chiunque voglia riprendere gli studi a ponderare bene le varie opzioni: niente è impossibile, ma sicuramente una persona con scarse basi scientifiche che sceglie di studiare, ad esempio, astrofisica, dovrà mettere in conto che troverà molte difficoltà.  

Rispolverare le basi. Passando ai consigli più pratici, invece, un buon inizio è sicuramente eseguire un ripasso degli argomenti basilari della materia, se questi sono già stati affrontati (ad esempio durante il percorso di studi già concluso).  Nel caso contrario, è bene comunque procurarsi un'infarinatura generale, iniziare ad acquisire familiarità con i fondamenti di ciò che si andrà a studiare. 

Trovare il proprio metodo di studio. Trovare il giusto metodo di studio è fondamentale per far sì che il tempo e l'impegno dedicati allo studio siano ottimizzati e mai sprecati. Inoltre, negli anni le persone cambiano e potrebbe essere che il metodo di studio con cui vi trovavate meglio durante il percorso di studi precedente non sia più il migliore per voi adesso. Purtroppo, l'unico modo per capire qual è il metodo di studio che più vi si addice dovrete andare per tentativi: c'è chi si trova meglio leggendo e riassumendo in mappe concettuali, chi preferisce sottolineare e appuntarsi solo le parole chiave, o chi memorizza bene le nozioni solo dopo averle ripetute ad alta voce.   

Essere pazienti e costanti. Anche se si incontrano degli ostacoli, delle difficoltà, l'importante è non farsi mai scoraggiare. Infatti, per ottenere risultati soddisfacenti è necessario non gettare la spugna al primo tentativo andato male, ma continuare a provare e, nel caso in cui ci si accorga di avere bisogno di un aiuto esterno, non avere timore a chiederlo: a volte basta guardare il problema da un'altra prospettiva per risolverlo.  

fonte: vivalascuola